Storia del gatto

Nonostante gli appassionati di gatti siano davvero moltissimi, d’altro canto è altrettanto vero che sono estremamente pochi coloro che ne conoscono le origini e la storia.

Percorriamo dunque insieme un viaggio nella storia del gatto tra cui le varie ipotesi di evoluzione e sviluppo di questo animale tanto affascinante e misterioso, fino ad arrivare alla sua domesticazione, così da apprezzarlo ancora di più rispetto a quanto già non facessimo precedentemente.

Tenteremo di rispondere a svariati quesiti quali ad esempio: a quando risalgono i primi esemplari, quali piccoli felini hanno dato origine ai primi gatti domestici e in quale maniera hanno iniziato ad affiancare l’essere umano.

Inoltre come si sono evolute le differenti razze fino ad arrivare ai giorni nostri? Non resta che addentrarci in questo discorso tanto accattivante, ma allo stesso tempo piuttosto complesso.

La figura del gatto nell’Antico Egitto

Dallo sguardo estremamente magnetico e dall’aspetto oltremodo elegante, il gatto era già venerato nell’Antico Egitto del 3000 a.C.

Visto da tale popolazione come essere sacro in quanto rappresentava la reincarnazione della dea della maternità Bastet, veniva chiamato con il nome “Mau” ed era considerato come portatore di benevolenza e grazia al genere umano.

A prova di ciò, emergono le numerose mummificazioni che gli Egizi eseguivano su questi piccoli felini una volta passati a miglior vita (i quali affiancavano le tombe dei nobili per accompagnarli nel loro viaggio nell’Aldilà), nonché i numerosi reperti rappresentati da statuette di vario genere.

In effetti è possibile riscontrare la prima attestazione di una divinità felina proprio in una decorazione realizzata su di una coppa in cristallo risalente all’Egitto del 3100 a.C., la cui testa apparteneva ad una leonessa (altro simbolo per questo popolo carico di significato).

L’importanza attribuita a questo genere di animale viene poi ulteriormente confermata dagli amuleti indossati dalle donne dell’epoca, le quali desideravano restare incinte. Non è un caso infatti che venissero arricchiti con una quantità di gattini corrispondente al numero di figli che avrebbero voluto avere.

Per evidenziare ulteriormente i concetti di gravidanza e femminilità, i gatti venivano oltretutto raffigurati al di sotto di alcune sedie sulle quali erano sedute delle donne.

gatto egitto

La domesticazione del gatto

Sebbene l’epoca egizia rappresenti un elemento chiave per la divinazione del gatto come dimostrano le iconografie risalenti a quel tempo, altri ritrovamenti ossei testimoniano la sua presenza in periodi molto più remoti, fino ad arrivare a ben 10.000 anni fa.

Nonostante non sia chiaro il preciso periodo in cui ha avuto origine l’addomesticamento, l’ipotesi che ci fosse già un legame tra uomo e gatto viene avvalorata da alcuni reperti archeologici vecchi di 8.000 anni ed emersi sia nel Nuovo Messico, sia nell’Anatolia sud-occidentale.

Ad ogni modo, al principio era possibile distinguere due specie di gatto, il gatto della giungla anche denominato Felis Chaus, e quello selvatico africano, detto Felis Lybica; quest’ultimo addomesticato nel periodo che intercorre tra il IV e il XVII secolo a.C. Si nutriva topi, serpenti e altri animali parassiti, popolando così granai e centri abitati.

In tal maniera ha iniziato ad essere sempre più vicino anche all’uomo, devoto a tali felini in quanto li allontanava dalle minacce di alcuni animali pericolosi quali cobra e nocivi roditori, tanto da portarli con sé persino sulle imbarcazioni; luoghi nei quali spesso si insediavano numerosi ratti.

A tal proposito infatti, dagli studi effettuati emerge come la presenza del gatto accanto all’uomo prenda piede proprio con la rivoluzione agricola; diffondendosi sempre più anche grazie ai commercianti del Medio Oriente, i quali ne hanno permesso l’arrivo anche in Egitto.

Solamente nell’epoca successiva al Medioevo il gatto soriano proveniente dalla Turchia ha iniziato ad acquisire un’importanza domestica prettamente dal punto di vista estetico, conservando questo ruolo fino ai giorni nostri.

Da quel momento in poi lo scopo principale è divenuto quello di mescolare, nonché di generare numerose nuove altre razze, con l’obiettivo di raggiungere l’ideale di gatto perfetto.

La relazione tra il gatto selvatico europeo e quello selvatico nordafricano

Come precedentemente accennato il gatto selvatico nordafricano, anche detto Felis Lybica, rappresenta l’antenato dell’attuale gatto domestico.

Non è un caso infatti, che nel corso della storia questo si sia accoppiato con numerosi altri esemplari e tra questi anche il Felis Chaus, dando luogo a delle evoluzioni genetiche.

A proposito di tali mutazioni gli studiosi hanno quindi cercato di trovare delle similitudini anatomiche e caratteriali tra le varie specie, imbattendosi nell’associazione di due categorie; il Felis Sylvestris (ovvero il gatto selvatico europeo), e il Felis Catus (quello domestico attuale).

Emerge infatti una grande similitudine ad eccezione di soli tre dettagli che differenziano questi due esemplari; il pelo maggiormente folto del gatto selvatico, nonché la dimensione del suo corpo leggermente più grande, e il tratto dell’intestino più esteso tipico dei gatti attualmente presenti nelle nostre case a dispetto di quelli selvatici europei. Il tutto risulta comunque ampiamente giustificato dagli adattamenti genetici e dai luoghi frequentati da entrambe le specie.

Ad avvalorare questa tesi si può notare come sia il gatto Maine Coon che quello Norvegese presentino un pelo decisamente fitto proprio per resistere meglio al clima rigido presente negli ambienti da loro abitati. Al contrario invece, sia i gatti selvatici europei che quelli nordafricani possiedono entrambi un manto tigrato, con l’unica differenza che quest’ultimo presenta una maggiore varietà di colori e una predisposizione più accentuata ad affiancare l’essere umano.

Come puoi notare dai dati emersi, le origini del gatto sono davvero antiche, tanto da rendere ancora più affascinante e misteriosa la sua figura ricca di storia e di significato. Finalmente conosci tutto circa questi magnifici felini; ogni qualvolta ne incontrerai uno, non potrai far altro che apprezzarlo ancora di più e guardarlo sotto un’ottica sicuramente diversa e più completa rispetto a quella precedente.