Maneki Neko: il gatto che saluta
Come è ben noto a tutti, l’Oriente – il Giappone in particolare – tiene in modo imprescindibile alle tradizioni secolari e alcune di queste sono talmente radicate nelle persone da essere riuscite a superare i confini del Paese e a essere esportate in tutto il mondo.
È proprio il caso del Maneki Neko, il famosissimo gatto giapponese che saluta presente in quasi tutte le attività commerciali cinesi e giapponesi sparse su tutto il territorio mondiale. In molti pensano si tratti di un semplice soprammobile senza alcun significato ma la realtà è ben diversa.
Si tratta di una statuetta che ha una storia, uno scopo ben preciso e delle regole da seguire affinché possa effettivamente portare fortuna. Vediamo insieme di approfondire l’argomento capendo meglio la storia, il significato e le diverse leggende che hanno segnato la fama di questo simpatico gatto.
Il Maneki Neko attraverso i secoli
Il Maneki Neko è quella statuina simpatica che saluta sempre con la zampina ed è possibile trovarlo in forme, misure, colori e particolari diversi. Il termine Maneki Neko significa letteralmente “gatto che invita” e la sua storia, o leggenda, sembra proprio uscita da un libro di fiabe.
Il Giappone ha sempre avuto per i gatti come una sorta di venerazione in quanto veniva utilizzato per allontanare i topi dalle piantagioni e dai bachi da seta. Anche oggi tutto questo è rimasto insito nelle tradizioni locali, basti infatti pensare che Hello Kitty è considerata una vera eroina nella terra del Sol Levante.
Ora passiamo a raccontare la leggenda che ha reso tutto ciò possibile anche se c’è da aggiungere che queste sono ben 2. La prima leggenda vede come protagonista Li Naotaka, un samurai che per motivi di caccia si recò fuori l’attuale Tokyo, un tempo nota come Edo, e raggiunta l’area del tempio di Gotoku-ji, presso Setagaya, si accorse di un gatto che lo invitava ad avvicinarsi con un movimento della zampa.
La curiosità spinse il samurai ad avvicinarsi e quando gli fu abbastanza vicino un fulmine colpì esattamente l’albero dove quest’ultimo si era riparato. Naotaka fu spinto a pensare che il gatto lo avesse salvato da morte certa e come ringraziamento donò un’ingente somma di denaro al tempio che poté in questo modo essere ristrutturato.
La seconda leggenda è completamente diversa e vede come protagonista un umile commerciante, questi trovò un gatto randagio e iniziò a prendersi cura di lui cibandolo e accudendolo. Il gatto, in segno di ringraziamento, iniziò ad attirare clienti nella sua bottega che inevitabilmente resero l’uomo ricco.
Tutto ciò riguarda esclusivamente la leggenda dietro al mito ma per arrivare all’usanza di posizionare la statuina in casa o in un’attività commerciale dobbiamo arrivare al XIX secolo. Ci troviamo ad Asakus, in un quartiere dove viveva un’anziana e povera signora che per riuscire a sopravvivere fu costretta ad abbandonare il suo gatto, animale che amava a dismisura.
Una notte mentre la donna dormiva, il gatto le apparve in sogno e le disse di creare una statuina di un gatto a sua immagine e se lo avesse fatto quest’ultima le avrebbe portato fortuna. L’anziana signora non se lo fece dire due volte e si recò da un artigiano per commissionargli l’opera. Dopo iniziò perfino a venderle all’esterno del santuario di Asakusa riscuotendo un enorme successo. Tutti volevano acquistarne una e in poco tempo la vecchietta riuscì a risolvere tutti i suoi problemi finanziari e il Maneki Neko divenne un must in ogni abitazione.
Le diverse forme e la simbologia del Maneki Neko
Come si può notare nelle diverse attività commerciali, i Maneki Neko non sono tutti uguali e ognuno di essi ha un significato e uno scopo.
La raffigurazione classica vede un gattino con una zampa alzata in segno di invito o saluto, se la zampa è la destra attirerà soldi mentre viceversa, se è quella sinistra porterà clienti. Inoltre, le orecchie dritte e gli occhi spalancati stanno a dimostrare che il gatto è sempre vigile.
Il collare, il campanellino e il piccolo bavaglio sono accessori che venivano utilizzati nell’antichità da chi possedeva un gatto. Nella mano calata in genere si può vedere una sorta di moneta, un Koban (moneta d’oro antica che attualmente varrebbe 550€) con un’iscrizione che dice Neko Ni Koban che tradotta è una sorta di detto “dare un Koban a un gatto”.
Non finisce qui, anche i colori simboleggiano diverse fortune raggiungibili come per esempio un Maneki Neko bianco porta una fortuna generica, uno dorato o giallo può attirare ricchezze, uno rosa incrementa la fortuna in amore e via discorrendo.
Ci sono anche delle regole per posizionare correttamente la statuina, innanzitutto non dovrà mai essere rivolta contro un muro, non può essere posizionata troppo in alto o troppo in basso. Dovrà essere posta all’ingresso di una casa o di un’attività commerciale o comunque il più vicino possibile alla porta. Ora che sai tutto sul Maneki Neko non dovrai fare altro che trovare quello giusto per le tue esigenze e posizionarlo al meglio.